La Fisg ha deciso, niente B per Lorenzi e De Toni Nicola Fontanive molto critico con la federazione

D3S_0380 La prima notizia non lascia spazio alle speranze di chi, giustamente, si augura che alla fine il buon senso prevalga. Dopo l’ultimo Consiglio Federale, infatti, la Fisg ha deciso di proseguire sulla strada intrapresa, ovvero quella di vietare ai giocatori nati prima del 1975, di militare nel prossimo campionato di Serie B, che parte nel fine settimana. Una scelta dettata soprattutto dalla fermezza di alcune società, che hanno puntato i piedi fin da subito, circa una cambiamento della normativa, presente all’interno della Nofa. Addio a Carletto Lorenzi, a Lino De Toni, ma anche a Fabio Sguazzero (classe 1973, attaccante del Como). Tre giocatori ai quali sarà impedito di praticare ancora la loro passione a livello amatoriale. Polemiche a non finire nell’ambiente dell’hockey, come previsto. Da Milano, chi ha deciso di fare sentire la sua voce è Nicola Fontanive: l’attaccante agordino del Milano, da sempre, non si è mai tirato indietro, quando si è trattato di parlare di hockey, regolamenti, normative ed altro. Il caso di Lorenzi e De Toni non lo ha certo lasciato indifferente. «Premetto che non parlo perché conosco Lorenzi e Lino De Toni – dice – ma perché mi sembra giusto tentare di fare chiarezza. Non è possibile che in Federazione si possa pensare che il campionato di Serie B debba essere un serbatoio privilegiato per gli italiani del futuro. Qui si sta entrando a piedi uniti su una questione delicata, credo che basterebbe solo un attimo di buon senso. Come si può pensare che sia la Federazione a decidere quando un giocatore deve smettere di giocare a hockey? Come si può impedire a tre giocatori, soltanto perché definiti “vecchi”, di metterli da parte. Qualcuno dovrebbe ricordare che la serie B è un campionato amatoriale, lo dice la parola stessa: praticare un’attività per puro divertimento. Quando – continua l’arringa di Fontanive – mi si dice che la serie B è un torneo, dove i giovani devono crescere, allora mi viene da sorridere. Se un giovane di 18 anni è bravo – continua – non gioca in serie B, ma trova spazio in serie A. Con 12 squadre dovrebbe essere così e allora, giocare nella serie cadetta è un modo per divertirsi e coltivare la propria passione. Se sei giovane e giochi in quel campionato, evidentemente è una tua scelta o forse, non hai quel talento che ti possa permettere di giocare ad un livello più alto. Tutto qui. C’è gente con Mondiali e Olimpiadi alle spalle che fa sacrifici e che credo farebbe molto comodo ai giovani – dice – pensate se estendessero la normativa alla Serie A: vai da Giorgio De Bettin, 42 anni e carriera immensa alle spalle, e gli dici che non può più giocare». Intanto sul canale Twitter ecco la risposta del presidente Gios a Fontanive. «Chi è nato prima del 1975 si è già potuto divertire, ora pensi ad allenare». E Fontanive replica. «Giudicate voi questa risposta». Da Alleghe, capitan Manuel De Toni, classe 1979, potrà continuare a giocare. Usando l’ironia, lui, non è ancora vecchio come Lorenzi, Lino De Toni e Sguazzero. «Dalla Fisg nessuna risposta ad una nostra presa di posizione – dice – ad Alleghe l’anno scorso tutti noi ci siamo pagati la quota. Quest’anno ci paghiamo il materiale per giocare a hockey. Serve solo buon senso e rispetto per chi ha dato tanto a questo sport». Lo scontro è solo all’inizio, e intanto i tre “vecchi” se ne staranno a casa. Pensionati, da chi ha deciso che il loro tempo era finito.
articolo di Thomas Laconi

6 Responses
  1. Claudio Brambilla

    La risposta di Giostra è da persona incompetente, giustamente stiamo parlando di un torneo amatoriale dove uno di 40 anni può dare ancora mplto

  2. Anno dopo anno, lentamente (ma neanche più di quel tanto), la FISG sta celebrando la liturgia dell’estinzione dall’Italia (intesa in senso geopolitico!) dell’hockey su ghiaccio.
    Le decisioni federali sono sempre più miopi e becere, prese per venire incontro a questo o quell’altro stormir di fronde da parte di qualche interesse di parte, travisando e tralasciando completamente quello che da senso e sostanza ad un movimento che dovrebbe essere nazionale ma che in realtà è sempre più relegato “nelle riserve”.

  3. Sasa'

    De Toni,Lorenzi e Squazzero meritano di giocare in quanto giocatori bravi sia nel campo umano che in quello hockeystiico.
    Ci sono altri giocatori giovani che sono un quarto di loro e invece di giocare, pensano solo a picchiare.
    Quindi, se la federazione ci ripensa, magari darà l’occasione a quei giovani di crescere e prendere esempio da chi il “vero” hockey l’ha giocato in campo, non vissuto su una scrivania.

  4. Roberto

    E’ una cosa SCANDALOSA, non permettere a dei giocatori, vero esempio di professionalità e capacità, di poter trasmettere a giocatori più giovani tutta la loro esperienza, perchè è giocando e vivendo la vita nello spogliatoio con gente valida che si impara a crescere umanamente e atleticamente.
    Per anni e anni la federazione ha permesso che tutte le squadre giocassero imbottite di oriundi e stranieri non permettendo una regolare crescita dei giovani atleti italiani, E ORA TI VIETANO ANCHE DI FARLI GIOCARE PERCHE’ TROPPO ANZIANI!!! Ma che vadano a fare in c………….
    Pini.

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