L’Alleghe dedica la vittoria a Nilo Riva

NiloRivaL’Alleghe Hockey dopo la vittoria del Campionato Nazionale di Serie B ha deciso di dedicare il titolo alla memoria dell’ex Presidente Ing. Nilo Riva che ha dedicato gran parte della sua vita alla società biancorossa e che è tragicamente scomparso il 22 agosto 2012.

Sempre nei nostri cuori.

7 Responses
  1. La sua grande passione ha meritato questa dedica e tante altre in futuro.
    Ben fatto ragazzi!

    FORZA A\_\_EGHE SEMPRE!!!
    FORZA VECCHIO CUORE BIANCOROSSO!!!

  2. Doveroso e dovuto, ma non dimenticherei Ferruccio Bogo, Termanini Giancarlo, “Nani” che abitando a Feltre ma originario di Alleghe, non mancava di salire a dare una mano… ma a tutti quelli che hanno fatto parte a vario titolo al “MONDO BIANCOROSSO” e sono già andati avanti.
    Alla loro PASSIONE, al loro AMORE per questi colori, questa e altre vittorie, si spera future.
    SEMPRE BIANCOROSSO IN ETERNO!!!!!!

    1. Marco ferrario

      E non dimentichiamo i Checchini , se non ci fosse stato il bisnonno dei Fontanive forse l’hockey nell’Agordino non vi sarebbe arrivat e non dimentichiamo anche tutti , ma divo tutti i tifosi o appassionati che ci hanno tramandato sino ad ora la l’ora passione. Un rioccordo Particolare anche al mio papà Piero che sin da piccolo mi ha portato ha vedere l’Alleghe sia al Piranesi che al Zumata e che ora riposa vicino a Nilo sia lassù che quaggiù , protegeteci, ciao.

  3. Ho appena terminato di seguire la partita dell’Italia contro la Norvegia su Streaming.
    Un pò di delusione, non tanto per il risultato, 3-0 per i nordici, ma per la prestazione, si volonterosa dei giocatori, che ha dimostrato quanto un tale progetto stia in piedi perchè di si. Come detto buona volontà, ma quasi tutti i duelli fisici persi, battuti anche sulla velocità.
    La Norvegia non ha mai dato l’impressione di soffrirci e forse mi viene il sospetto che non abbiano spinto al massimo, ottenendo con una lineare prestazione quanto era previsto nel loro intento.Mettere insieme un gruppo di giocatori provenienti da più campionati, con ritmi, intensità, dinamiche e motivazione totalmente così diversi fra loro e pretendere che in poco tempo si crei l’amalgama tra loro anche se hanno già precedentemente giocato assieme, non è un’equazione semplice. Il buon Tom Pokel nonostante l’abilità sin qui dimostrata, non può avere la bacchetta magica per risolvere tale equazione.
    Dispiace, ma io continuo a pensare che la Federazione ritorni sui suoi passi e cominci veramente ha fare una programmazione seria che parta dalla base, con un campionato serio, senza “fughe estere” che fanno impoverire tutto il movimento. Certamente la vetrina del gruppo “A” fa gola, ma è ora di pensare se il movimento italiano sia veramente in grado di sostenerla. Continuare con questo “ascensore” che ci porta su e giù non so sinceramente a chi giovi. A essere malizioso, forse solo agli oriundi per strappare lauti ingaggi, ma per il resto non si vedono ricadute nei nostri confini italici.
    C’è da meditare gente se vogliamo ancora vedere hockey in Italia negli anni a divenire.

  4. Retrocessione doveva essere e retrocessione è stata. Basta mercenari in cerca di soldi e gite di piacere. Meglio un mondiale gruppo B con i nostri giocatori italiani, una serie A adeguata al passo dietro la gamba, che sogni pindarici di qualche dirigente federale bolzanino. Se si va avanti così sarà la fine di tutto il movimento,gli anni ruggenti non esistono più, i soldi sono finiti, bisogna fare i conti con la realtà che sarà è dura, ma che ci riserva ancora qualche margine per poter ripartire e rendere ancora appetibile e interessante questo sport che merita più rispetto, soprattutto per quegli appassionati che lo tengono ancora in piedi.

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