Noi puntiamo ad agganciare il Brunico

“Non per essere sbruffoni, ma noi puntiamo ad agganciare il Brunico”. La dichiarazione di Daniele Veggiato è di sicuro effetto, sono passati 10 anni da quel obiettivo chiamato finale. Ad inizio millennio però c’era una squadra costruita su un’unica stella (Stephan Roy), tra l’altro nella parte finale della stagione aveva tirato i remi in barca, anche per non compromettere quella firma posta sul contratto del campionato svizzero con il quale ha poi giocato nelle tante stagioni successive. Anche per questo Roy è uno di quei giocatori che ad Alleghe non viene ricordato molto volentieri. Sono passati 20 anni dalla finale di Villach (21 dicembre 1992) e da una stagione dove gli agordini avevano puntato in alto schiantandosi contro il Milano.

“E’ un buon anno il 2012 – continua Veggiato – e ho detto che puntiamo al primo posto perché eravamo quinti e puntavamo ad entrare nelle prime quattro, eravamo quarti e puntavamo al terzo posto, quindi al secondo. Gli obiettivi sono importanti e non ci fermiamo certo in questo momento”.

L’Alleghe ha vinto le ultime due partite in rimonta, soprattutto ha realizzato due marcature decisive con il Renon e il Val Pusteria, rispettivamente a 8 secondi e 40 secondi dalla sirena. “Un gran bel risultato, un bel tripudio – dice Veggiato – tutt’un’altra cosa rispetto a quello che accadeva fino allo scorso anno, l’esatto opposto. Quest’anno non c’è la “stella”, attorno a Tom Pokel è stata costruita una squadra”.

Sabato sera Renato Rossi da Toronto non aveva parole, solo sorrisie complimenti per tutti dopo la vittoria con la capoclassifica in stagione sconfitta solo da Civette e Renon. Anche lo scorso anno Renato Rossi non aveva parole, ma perché l’Alleghe non riusciva a concretizzare un capitale di uomini e mezzi comunque non indifferente. Lo scorso anno si mormorava che gli agordini erano spesso fuori logica perché il presidente era oltre oceano. Ipotesi seccamente smentita quest’anno perché con Rossi a Toronto e Nilo Riva lassù in paradiso è possibile che i giocatori si sentano maggiormente responsabilizzati. Ognuno gioca per se, per la squadra, per il pubblico, quasi fosse giocatore, manager e presidente. E poi lui: Tom Pokel. “Un allenatore che mi piace e mi fa paura visto che giochiamo contro”, aveva detto lo scorso anno Nilo Riva nella trasferta da Alleghe e Pontebba in pieno playoff. Forse già allora Nilo e Renato pensavano in grande per l’ottantesima stagione dell’Alleghe.

Mirko Mezzacasa

2 Responses
  1. Andre

    E bravo Daniele!…alla fine bisogna aver fame di vittorie…ricordo anni fa quando Bilotto,alla domanda ma quest’anno vinciamo?lui rispose “ma basta parlare di scudetto…giochiamo divertiamoci poi vediamo…”…io preferisco un Vegia cosi e un Kuiper che a inizio anno dice di essere venuto in Italia per vincere!…non si sa mai che…

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