Capitano mio capitano – 4 chiacchere con Manuel De Toni

D3S_7237Alla vigilia della finale del campionato di serie B facciamo due chiacchiere con Capitan Manuel De toni, veterano e chioccia delle civette biancorosse.

Iniziamo parlando di uno degli argomenti che inizio stagione ha destato più clamore mobilitando gli appassionati di hockey di tutta Italia e cioè della norma del regolamento che vieta agli over 40 di giocare il campionato B.

Manuel la trova veramente assurda soprattutto perché giocatori come Carlo Lorenzi (o Lino De Toni) Può diventare un  vero e proprio maestro per i tanti giovani che si sono aggregati da quest’estate alla formazione, un difensore con la sua esperienza può solo far bene all’interno della squadra e al movimento in generale non solo per le sue doti da giocatore ma anche per quelle umane.

Tra Ora e Merano il nostro capitano potendo sceglierebbe l’Ora soprattutto per una questione logistica, giocando con la formazione della bassa Atesina la finale verrebbe disputata in casa, cosa che non accadrebbe con il Merano arrivato primo in classifica nella stagione regolare.

Rispetto a tre anni fa quando le Civette erano in serie A il livello di gioco del massimo campionato si è abbassato, e vedendo appunto alcune partite di A di quest’anno la differenza con la serie cadetta non è sostanziale, anzi a volte sono più combattute le partite del campionato B.

Sono ormai tre anni che Manny dice di smettere, il lavoro ogni anno lo impegna sempre di più e conciliarne gli impegni con gli allenamenti e le partite diventa sempre più faticoso. Però la passione è tanta e per chi come lui è nato respirando hockey e cresciuto giocando a hockey il solo pensiero di mollare lo fa sentire male.

Trova molto interessanti i giovani della formazione biancorossa da Luca De Toni a Ervin Martini passando per Claudio Scopelliti, ragazzi under 18 entrati a far parte della squadra guidata da Fontana. I giovani si sono impegnati tantissimo,  hanno sempre giocato e sono cresciuti costantemente durante la stagione. Manuel consiglia loro di non mollare mai di non accontentarsi mai ma di continuare a lavorare, solo il lavoro alla fine paga.

Come  portare i tifosi allo stadio? Premesso che anche durante le partite di campionato di serie A il pubblico non era numerosissimo, si  riempivano gli spalti ai play off e durante le vacanze di Natale, ma durante la stagione regolare si oscillava tra i 400 e i 600 spettatori.  Per invogliare le persone ad andare allo stadio secondo Manuel bisognerebbe creare uno spettacolo a 360°, oltre alla partita bisognerebbe fornire al pubblico altri motivi di interesse come giochi o piccoli spettacoli di contorno in modo da coinvolgere quanto più possibile il pubblico che entra al De Toni

Manuel ci tiene tantissimo a ringraziare tutti i volontari dal settore giovanile alla prima squadra, i dirigenti, e tutti quelli che lavorano dietro le quinte. Senza il volontariato l’hockey in Italia non esisterebbe. Dunque grazie a tutti.

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