Grazie Carlo

D3S_1173Venerdì sera la firma negli uffici del palaghiaccio Gianmario Scola di Canazei, sabato mattina regolarmente al lavoro e ieri sera con la divisa fassana addosso pronto all’ingaggio iniziale. Si chiama passione, altro che allenamenti, ambientamento e brifing, i fuoriclasse alla Carlo Lorenzi il fisico lo hanno sempre allenato, come la mente ed è forse il segreto di tanta longevità sportiva. “Un uomo come Carlo Lorenzi nello spogliatoio – dice il dirigente alleghese Patrick De Silvestro – è un valore aggiunto notevole, è un insegnamento continuo per le nuove generazioni”. Raggiunto al telefono ieri mattina, Carlo dopo aver gradito l’in bocca al lupo per il nuovo incarico di prestigio in serie A, le parole le ha solo per i tifosi dell’hockey italiano. “In questo momento io e anche Lino De Toni – dice Carlo – vorremo ringraziare tutti quei tifosi che ci hanno supportato in questi mesi nel nostro tentativo di poter giocare in serie B. Abbiamo ricevuto molti messaggi, abbiamo visto l’interesse sui social network per la nostra causa. Vorremmo dire grazie a tutti per questo importante messaggio di solidarietà”. Questo è Carlo Lorenzi fuori dal ghiaccio, dentro gli avversari lo conoscono e lo rispettano.
Carlo è uno degli otto “emigranti” dell’hockey su ghiaccio. “Siamo orgogliosi dei nostri ragazzi che si stanno impegnando nelle altre squadre – dice Patrick De Silvestro – oggi che non abbiamo più la squadra in massima serie è fondamentale che i talenti possano giocare in Club della Elite lega, è un buon viatico per i nostri giovani, sanno che crescendo e migliorando potranno un giorno giocare anche in altre squadre”.
Otto le Civette in prestito altrove: Nicola Fontanive per la seconda stagione a Milano, bis anche per Francesco De Biasio a Torrepellice. Daniele Veggiato dopo i successi della scorsa stagione in A2, sta affasciando i ladini del Gardena. Milos Ganz e Manuel Da Tos giocano nel Fassa da inizio stagione, con loro ora anche Davide Testori e Jari Monferone. C’è poi un sesto alleghese che con Carlo Lorenzi ha condiviso la vita hockeystica nell’Alleghe, ma anche in nazionale: Lino De Toni il compagno ideale per chiudere la carriera e, perché non a Canazei appena al di là del Fedaia?
Mirko Mezzacasa

4 Responses
  1. Merlino

    Sabato 1 Novembre, presente all’Odegar per la gara contro il Vipiteno, ho avuto occasione di parlare con amici inseriti nel direttivo dell’Asiago: mi fu detto che Gios, presente in tribuna ed informato delle parole che precedentemente gli avevo rivolto da questa sede, avrebbe risolto, in breve tempo, la situazione dei tre quarantenni; situazione, peraltro, da lui ereditata e non voluta.(questa la versione del presidente federale)
    Sono trascorsi ventiquattro giorni, Lorenzi si è trovato una squadra in serie A [viene da chiedersi se in federazione, oltre a non vergognarsi, non abbiano neppure quel minimo di “sale in zucca” per non accorgersi del carattere surreale del loro agire: gente che non può giocare in serie B per i ben noti motivi(per loro decisione), trova spazio in A], e i giossini non hanno fatto alcunché per modificare una situazione infelice. Domando: Alleghe, Pergine e Como hanno fatto sentire le loro voci ? E se lo hanno fatto, sulla base di che cosa sono rimasti inascoltati ?

    1. Sono io

      Ciao Merlino. Per favore facci una magia, modifica questa inverosimile norma, altrimenti che cavolo di mago sei. A parte gli scherzi, ne parleremo quando ci incontriamo…… A presto ciao

      1. Merlino

        Ricambio il saluto, ovviamente; ti dico, inoltre, che l’amico asiaghese mi ha ….fatto capire, purtroppo, che il sig. Gios non ha realmente intenzione di recedere dalla propria posizione, perchè essa si porrebbe a salvaguardia del minutaggio dei giovani in B.
        L’aver ereditato e non creato tale situazione diviene, per di più, la giustificazione per protrarre ulteriormente i tempi di risoluzione della stessa; tieni presente, infine, la strutturale “arroganza” di chi, ricoprendo un ruolo di …potere, si pone al di sopra del giudizio altrui.
        Anche di quello del buon senso.
        Aggiungi, poi, che l’esser un “innovatore”, o, perlomeno, il ritenersi un dirigente che ha dato una svolta rispetto all’indubbia precedente miopia federale, fa sì che il sig. Gios accetti di mala voglia le sensate opinioni contrastanti con il suo autoreferenziale concetto di giustizia.
        Tutto molto triste, sportivamente ragionando.

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